Non parla ancora ma con l’Iphone, l’Ipad, l’I-qualsiasicosa è un fenomeno. Va a pescarsi nelle cartellette i suoi giochi preferiti – che ovviamente sa usare benissimo – muove le icone come gli pare, si mette la musica e va su videoplayer a vedersi i cartoni che ho salvato per le emergenze (vedi ristorante, sale d’attesa varie ed eventuali, telefonate di lavoro eccetera eccetera). E se per sbaglio gli capita in mano un cellulare con tastiera dopo la prova touch lo snobba come fosse un telefono giocattolo.
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So che Lolli non è l’unico. Tutti i bimbetti, suoi amici e non, sanno perfettamente come maneggiare l’Ipad, sanno scorrere le immagini, ingrandire, rimpicciolire, interagire. Io la chiamo generazione Apple. Una meraviglia, se penso che io da ragazzina (non a due anni) riuscivo a mala pena a passare il primo livello del tetris.
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Comunque, domenica scorsa, siamo finiti all’Apple store per comprare un macbook. Paolo e Lolli sono impazziti. Uno si è messo al tavolo dei piccoli a giocare con le app per nanetti insieme ai suoi simili, l’altro bambino si è semplicemente entusiasmato davanti a tanti Mac. Ammetto che alla fine pure io non sono rimasta del tutto indifferente davanti a tanta tecnologia. E sono uscita felice con il mio nuovo portatile. Questo, con cui ora sto scrivendo.
E questa è una canzone della My generation. E questi sono gli Who.
