I giocattoli rock sono sbarcati a Berlino ieri mattina dopo una notte – sempre che così si possa chiamare – in cui tra Lolli che si continuava a svegliare e la sveglia che suonava alle quattro e mezza abbiamo dormito sì e no tre ore.
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Comunque, arriviamo e ci catapultiamo in albergo per mollare i bagagli e per rinfrescarci e poi subito in giro alla scoperta della città (e di quanto è affascinante e civile ne parlerò poi). È sera, sono le sette e il nanetto inizia a barcollare dalla stanchezza. Non solo non ha dormito la notte prima ma nel pomeriggio non ha nemmeno fatto il riposino. È alla frutta. Mangia poco e continua a sbadigliare ma quando arriva la “Rottermeier” una ragazza di 25 anni alta, bionda, occhi azzurri e un sorriso da favola, Lolli dà il meglio di sé con quell’espressione dolce e ammiccante che stende chiunque. Ottimo, penso, è fatta. I due si piacciono, non c’è dubbio.
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Così prendiamo il taxi e voliamo all’02world a vedere i Pearl Jam. Poco ci manca a rimanere stecchiti lungo la strada vista la guida a dir poco sportiva dei tedeschi. Ma miracolati arriviamo sani e salvi. Pochi minuti di attesa ed ecco Eddie Vedder, sale sul palco e travolge il pubblico e l’arena intera e riempie gli spazi con la sua voce vibrante. Sale l’emozione, corrono i brividi, le note. Esilarante. Siamo stravolti, mi sento quasi svenire ma sono qui con Paolo, a Berlino, ci sono i Pearl Jam e un nanetto, il nostro nanetto, è nel mondo dei sogni. Cosa si può chiedere di più?
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Torniamo. Lolli dorme. Ma non è stato facile, dice la tata. Ha pianto per mezz’ora prima di crollare. Poi si è svegliato ancora e riaddormentato. La Rottermeier va via. Lolli si agita nel lettino. Lo prendo, lo abbraccio, Paolo gli prepara il latte. Dorme filato tutta la notte. È la magia di Berlino.
